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Riciclaggio della Plastica nell’UE: sfide, soluzioni e opportunità per le aziende di imballaggi

Negli ultimi anni, la gestione dei rifiuti di plastica nell’Unione Europea (UE) è diventata una questione di primaria importanza, soprattutto per le aziende operanti nel settore degli imballaggi. Nonostante ciò gli sforzi compiuti, la produzione di rifiuti plastici continua a crescere, ponendo sfide significative per l’intera filiera e obiettivi ambiziosi tra il 2025 e il 2030 per la comunità. 

 

Produzione e riciclaggio dei rifiuti di plastica nell’UE

Prima di scoprire quali sono gli obiettivi dell’UE per i prossimi anni, facciamo un passo indietro. Nel 2021, ogni cittadino dell’UE ha generato in media 36,1 chilogrammi di rifiuti da imballaggi in plastica, registrando un incremento del 29% rispetto al 2010. In totale, sono state prodotte 16,13 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui circa 6,56 milioni di tonnellate sono state avviate al riciclo. 

Nonostante l’aumento delle attività di riciclaggio, la quantità di rifiuti plastici continua però a superare la capacità di gestione, evidenziando la necessità di strategie più efficaci per la riduzione e il recupero dei materiali. Dunque, cosa fare? Come arginare questo trend?

 

Metodi di trattamento dei rifiuti di plastica in Europa

In Europa, i rifiuti di plastica vengono gestiti principalmente attraverso due metodi:

  1. Recupero di energia: questo processo prevede l’incenerimento dei rifiuti per produrre calore, elettricità o combustibili. Sebbene contribuisca alla riduzione del volume dei rifiuti, purtroppo genera emissioni di gas serra e non promuove il recupero dei materiali.
  2. Riciclaggio: rappresenta una soluzione più sostenibile, consentendo il recupero dei materiali e la loro reintroduzione nel ciclo produttivo. Tuttavia, il riciclaggio è ostacolato da sfide tecniche ed economiche, come la diversità dei polimeri e i costi associati ai processi di selezione e trattamento.

Attualmente, circa il 50% della plastica raccolta per il riciclo viene esportata in paesi extra-UE, come Turchia, India ed Egitto, a causa della mancanza di capacità locali e di tecnologie adeguate. Anche questo è un dato interessante e che pone delle riflessioni sulle prossime sfide tecnologiche, insieme ad altre di tipo etico/morale.

 

Le sfide del riciclaggio della plastica

Se entriamo nel dettaglio dei dati appena presentati, notiamo che il settore del riciclaggio della plastica nell’UE affronta diverse problematiche. 

Anzitutto: 

  • Qualità e costo: I prodotti riciclati spesso non competono in termini di prezzo e qualità con quelli realizzati con materiali vergini. Le plastiche riciclate devono soddisfare standard elevati per essere utilizzate in applicazioni industriali, il che può comportare costi aggiuntivi.
  • Diversità dei materiali: La vasta gamma di polimeri utilizzati negli imballaggi rende complesso il processo di riciclaggio, influenzando la qualità del prodotto finale e aumentando i costi di selezione e trattamento.

Domanda di mercato: Negli ultimi anni, si è registrata una diminuzione della domanda di materiali riciclati prodotti in Europa, accompagnata da un aumento delle importazioni di materiali riciclati da paesi extra-UE. Questa tendenza ha messo sotto pressione l’industria europea del riciclaggio, portando alla chiusura di diverse aziende nel settore.

 

Le misure dell’UE per migliorare il riciclaggio della plastica

Per affrontare queste sfide, l’UE ha introdotto una serie di misure ambiziose:

  • Norme sul contenuto riciclato: A partire da quest’anno, tutte le bottiglie in plastica di tereftalato di polietilene (PET) dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata, con un obiettivo del 30% entro il 2030. 
  • Riduzione dei rifiuti di imballaggio: La nuova normativa europea mira a ridurre significativamente la generazione di rifiuti di imballaggio, stabilendo obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando determinati tipi di imballaggi monouso e richiedendo agli operatori economici di minimizzare l’uso degli imballaggi.

 

Promozione dell’economia circolare: L’UE sta incoraggiando la transizione verso un’economia circolare, in cui i materiali vengono costantemente riutilizzati e riciclati, riducendo la dipendenza dalle risorse vergini e minimizzando l’impatto ambientale.

 

Il ruolo delle aziende del settore degli imballaggi

Su quanto appena detto, le aziende che lavorano nel settore degli imballaggi svolgono un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di gestione dei rifiuti plastici. Adottando pratiche sostenibili e innovative, queste imprese possono infatti contribuire significativamente alla riduzione dei rifiuti e al miglioramento dei tassi di riciclaggio.

Ma quali sono le strategie e strumenti che le aziende possono adottare? Ecco alcune strategie che le aziende possono implementare:

  • Design per il riciclo: Progettare imballaggi che facilitino il riciclaggio, utilizzando materiali omogenei e riducendo l’uso di componenti difficili da separare o trattare.
  • Utilizzo di materiali riciclati: Incrementare l’uso di materiali riciclati nella produzione di nuovi imballaggi, contribuendo a creare un mercato stabile per i materiali riciclati e riducendo la domanda di materie prime vergini.
  • Innovazione nei materiali: Investire nella ricerca e sviluppo di nuovi materiali biodegradabili o facilmente riciclabili, che possano sostituire le plastiche tradizionali e ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi.

Educazione e sensibilizzazione: Collaborare con i consumatori e le altre parti interessate per promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza del riciclaggio e delle scelte sostenibili, incoraggiando comportamenti virtuosi lungo l’intera catena del valore.

 

Conclusione

La gestione dei rifiuti plastici e il miglioramento del loro riciclo, rappresentano sfide fondamentali per l’Unione Europea, con obiettivi ambiziosi che richiedono l’impegno congiunto di istituzioni, aziende e consumatori. Le imprese del settore degli imballaggi hanno oggi l’opportunità di essere protagoniste di questa transizione, adottando soluzioni innovative e sostenibili, anche usufruendo dei diversi fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea, in modo diretto o indiretto, attraverso gli stati nazionali, università, fondi di ricerca. 

Con l’avvicinarsi delle scadenze normative, come il requisito del 25% di plastica riciclata nelle bottiglie PET entro il 2025, è essenziale concentrarsi sul design per il riciclo, sull’uso di materiali riciclati e sulla sensibilizzazione dei consumatori. Agendo in questa direzione, le aziende possono non solo soddisfare le richieste legislative, ma anche posizionarsi come leader nella sostenibilità, contribuendo a un futuro più circolare e responsabile. 

Tutto questo per quanto ad alcuni possa sembrare irrealistico o veicolato da interessi specifici, in verità è fondamentale per avere mari, oceani, prati, spiagge, terreni e le stesse vie delle nostre città, più pulite; nonché un’aria più salubre. In conclusione, il passaggio per un’economia circolare non è il vezzo di pochi o il gioco occulto di alcuni, ma un dovere di tutti noi verso il nostro futuro.

 

Foto di Possessed Photography su Unsplash.

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